Fu scoperto per caso che intagliava il legno, oggi è uno dei più potenti del mondo dei motori. Questa strana storia fa capire che crederci è fondamentale.
Aveva dei sogni e li ha realizzati, ma aveva anche il talento per poter arrivare al risultato.
Oggi vi raccontiamo questa storia davvero incredibile, a lieto fine.
L’origine del sogno
Nel cuore dell’Italia, precisamente a San Cesario sul Panaro, vicino alla vibrante Modena ma già con un piede nell’area bolognese, sorge un’azienda unica nel suo genere: la Pagani. Questa realtà nasce dal sogno di Horacio Pagani, uomo di origini argentine che ha scelto l’Italia per realizzare il suo desiderio di costruire automobili da sogno. Fin da giovane, mentre intagliava modellini in balsa nella lontana provincia argentina di Casilda, Horacio aveva chiaro il suo futuro: avrebbe costruito automobili vere e lo avrebbe fatto in Italia. La scelta di Modena non è casuale; secondo Pagani, questa città sprigiona un’energia particolare che ha saputo ispirarlo e motivarlo nel suo percorso.
Il giovane Horacio cresce ammirando le gesta sportive dell’ex pilota della Ferrari Carlos Reutemann ma è soprattutto affascinato dalla figura leggendaria di Juan Manuel Fangio. Il celebre pilota argentino era noto non solo per i suoi cinque titoli mondiali in Formula 1 ma anche per la sua integrità e umanità. Fangio rappresentava per Pagani un vero modello da seguire, tanto che la stima reciproca tra i due sfociò in una collaborazione diretta quando Fangio scrisse lettere di presentazione per aiutare il giovane Horacio a inserirsi nel mondo dell’automobilismo italiano.
L’influenza rinascimentale
La passione per Leonardo da Vinci gioca un ruolo cruciale nello sviluppo personale e professionale di Horacio Pagani. Dopo aver scoperto il genio rinascimentale attraverso un articolo sulla rivista Selezione del Reader’s Digest all’età di 13 anni, Pagani rimase affascinato dalla capacità di Leonardo di fondere arte e scienza. Questa rivelazione lo portò ad approfondire lo studio delle opere leonardesche e del Rinascimento italiano in generale, influenzando profondamente la sua filosofia progettuale.
Per Horacio (come viene talvolta chiamato), il processo creativo coinvolge mente, mani e cuore. Egli crede fermamente che sia impossibile misurare concetti come bellezza o amore solo con la mente; è necessario che ci sia anche il cuore a guidare le mani nella trasformazione della materia. Questa visione si riflette nelle automobili prodotte dalla Pagani Automobili S.p.A., dove ogni dettaglio è curato con passione ed emozione.
Il salto nell’industria automobilistica italiana
L’incontro con Giulio Alfieri segna l’inizio della carriera italiana di Horacio Pagani nel mondo dell’automobile. Iniziando come operaio alla Lamborghini nel 1982, ben presto si distingue grazie al suo lavoro sui materiali compositi insieme ad Alfieri. Gli anni ’80 rappresentano quindi un periodo formativo essenziale che culminerà nella decisione coraggiosa presa all’alba degli anni ’90: fondare una propria azienda automobilistica.
Nonostante le difficoltà economiche globali dovute alla prima guerra del Golfo all’inizio degli anni ’90, Horacio sentiva che era giunto il momento “ora o mai più”. A 35 anni decide quindi che era arrivata l’occasione attesa tutta la vita: dare vita alla sua prima automobile. La gestazione fu lunga ma fruttuosa; la Zonda debuttò al Salone dell’auto di Ginevra del 1999 sorprendendo tutti non solo per le sue caratteristiche tecniche innovative ma anche perché motorizzata Mercedes – una scelta ispirata ancora una volta dal grande Juan Manuel Fangio.
Le auto create da Horacio Pagani sono molto più che semplici mezzi meccanici; sono espressioni tangibili dei suoi sogni d’infanzia e delle sue passioni adulte – dall’amore per Leonardo da Vinci fino all’ammirazione verso figure iconiche come Fangio ed Enzo Ferrari – tutte alimentate dalla convinzione profonda nelle potenzialità umane quando mente e cuore lavorano insieme verso l’eccellenza.
